
Per non dimenticare mai Valerio Verbano, militante di Autonomia Operaia assassinato da mani fasciste il 22 Febbraio 1980 a Roma. Assassinato in casa sua da tre uomini armati per le sue e per le nostre lotte.
Diceva il padre, Sardo, in un’intervista «Avevo un figlio, Valerio, che riempiva la nostra vita e me lo hanno ammazzato. È caduto sul divano in quell’angolo, aveva la testa dove adesso c’è quel gattino di pezza. Sono stati i fascisti, forse per vendetta, perché Valerio faceva parte di Autonomia, o forse per paura. Valerio era un loro nemico giurato, stava raccogliendo un dossier sui fascisti del quartiere, chissà? Ma da quel giorno viviamo con uno scopo, scoprire la verità su nostro figlio. Dare un nome ai tre assassini che ce l’hanno ucciso davanti agli occhi. Se la sua morte rimarrà un mistero, mio figlio sarebbe ucciso per la seconda volta.»
E gli assassini non vennero mai scovati, scoperti. Ma noi sappiamo chi è Stato. E sappiamo anche che oggi come ieri e anche domani, Valerio Verbano vive nelle lotte di ogni giorno, di ogni quartiere, di ogni città. E vive insieme a tutt* noi.
Ciao caro compagno. Non ti dimenticheremo mai!
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