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Fratelli Cervi
Fratelli Cervi

Il 28 Dicembre 1943 vengono fucilati dai fascisti di Reggio Emilia i sette Fratelli Cervi, per le loro attività antifasciste e contro il regime. Fucilati per rappresaglia per vendicare l’azione contro il segretario fascista comunale Davide Onfiani di Bagnolo in Piano. Nella loro casa ospitarono e diedero rifugio alla resistenza, si attivarono contro il pensiero unico che stava trascinando nell’oblio un intero paese, imbracciarono le armi contro i boia che al passo dell’oca trucidavano in ritirata chiunque si opponesse alle loro pratiche squadriste.

La memoria dei sette fratelli Cervi non è solamente un fatto storico ma deve rappresentare una parola: resistenza. Resistere anche quando il vento soffia in direzione opposta, resistere anche quando tutto pare perduto e destinato a sprofondare in un mare di sangue ed olio di ricino, resistere per sorridere ancora alla luce di una nuova alba che sorga da quella collina laggiù nelle campagne di Reggio Emilia e non solo.

Quei sette splendidi fiori ti e ci ricordano una cosa: resistere.

Avere memoria significa lotta. Lotta significa abbracciare quella speranza potentissima, che li ha tenuti in vita fino al ultimo secondo, fino al ultimo respiro. Poi gli spari. Poi il silenzio. E quell’onda di urla che scuote la terra.

RESISTENZA!

Gelindo (nato il 7 agosto 1901), Antenore (30 marzo 1904), Aldo (9 febbraio 1909), Ferdinando (19 aprile 1911), Agostino (11 gennaio 1916), Ovidio (13 marzo 1918) ed Ettore (2 giugno 1921).

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