La scuola è di chi l’attraversa, non del merito. È passato poco più di un’anno dal omicidio di Lorenzo, morto schiacciato in fabbrica durante l’alternanza scuola-lavoro. A poco più di un’anno nulla è cambiato oggettivamente, amplificando la deriva della scuola del paese fra esclusività, abilismo, violenze e discriminazioni. Per dare un colpo di spugna si è ritoccato il nome del dicastero preposto aggiungendo la parola “merito”. Beh se il vostro merito è quello di aver incancrenito la situazione organizzativa sicuramente ci siamo. Se il vostro merito è quello di attuare una repressione senza precedenti contro studentesse e studenti non allineate, allineati al vostro silenzio ci siamo. Se il vostro merito è quello di esservi dimenticati in maniera complice delle difficoltà che bombardano le aule di questo paese ci siamo. Ma sapete una cosa? Ci siamo anche noi. Noi che attraversiamo le scuole con lo zaino in spalla dopo ore di automezzi fatiscenti per percorrere forse 20 km. Noi precarie e precari, che lottano insieme alle singolarità in crescita per coinvolgerle attivamente in un processo auto-deterministico ed auto-gestito. Noi che proviamo con tutte le forze a prenderci cura delle strutture senza strumenti idonei e con contratti da fame. Anche in questo 2023: se della scuola non vi interessa, ci pensiamo noi perchè la scuola è di chi l’attraversa.

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