Re

Oggi verrà incoronato Re Carlo III, re d’Inghilterra. Se non fosse un cartone animato anni 80 ci sarebbe da sorridere e preparare i pop-corn per la giornata. Invece c’è da piangere. La medievale corona inglese, supportata dalla stampa nazionale ed internazionale, si sciacqua la coscienza dai suoi migliaia e migliaia di crimini contro l’intera umanità con una sfarzosa cerimonia che attraverserà le strade della capitale. Una carrozza che si cullerà al grido “God Save the King” nel silenzio represso del dissenso contro figure vetuste e pretestuose. Corone, scettri e pietre preziose macchiate dal sangue di schiavi ed esseri umani, che ancora tutt’ora, lavorano nelle colonie commerciali del Commonwealth inglese per un torsolo di pane e stringendo ogni giorno la speranza che questo incubo finisca. Ci hanno abituato, fin dalla scuola, che la schiavitù era qualcosa legato ad un passato quasi pangeo fra romani ed antiche civiltà. Niente di più falso. La maggior parte delle potenze mondiali, compresa l’Inghilterra, abolirono la schiavitù solamente a metà del 1800. Un riverbero recente che, nel silenzio generale, fa incollare gli occhi alle TV di mezzo mondo per l’ennesima parata del uomo bianco, dal sangue quasi divinico in una pantomima dal retrogusto coloniale e militarista. Una prova di muscoli.

Ma in cuor nostro e in cuor loro sappiamo e sanno che, un giorno, anche i Re cadranno nel baratro di un passato oscuro.

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