Bonus propaganda

Chiamiamolo col suo nome ovvero Bonus Propaganda. Rifinanziato con altri 86 milioni, portando così il totale su due anni a 164 milioni, il cosiddetto bonus TV. La Legge di Bilancio continua ad essere l’eldorado per le lobby economiche e politiche di questo paese. Approvata in tutta fretta e in zona cesarini, con discussioni parlamentari minimizzate al minimo, per tutto il 2022 lo Stato vi aiuterà a ricevere direttamente nelle vostre case la sua propaganda in full-HD. Ma che dico! In 4k. Insomma una qualità pazzesca. Colori nitidi, suono eccezionale, migliaia di canali pronti a diffondere terrore e controllo. La televisione, ancora una volta si trasforma in un’arma più che in uno strumento. Proviamo però ad analizzare questa mossa.

Le nuove generazioni non possiedono un televisore in casa ed accedono ai contenuti multimediali d’informazione e d’intrattenimento grazie ad altri dispositivi come personal computer, tablet o smartphone. Fra servizi streaming e social (da notare l’ascesa pazzesca di TikTok che supera Google) i notiziari, i telegiornali e le tribune politiche televisive soffrono di un cronico calo degli ascolti specialmente in quella fascia d’età dove una persona è tendenzialmente più malleabile a livello di pensiero politico, etico e sociale.

Mi spiego: è più semplice far cambiare e/o modificare l’opinione ad un* ragazz* di 20 o 30 anni piuttosto che ad una persona anziana di 70. Si chiama esperienza ed essa si radicalizza nel modus operandi e di pensiero del singolo e quindi di una comunità.

Sul fronte demografico siamo fra i paesi più anziani del mondo con una media d’età che a Gennaio 2021 si attesta a 46 anni. Un trend sempre più radicalizzato che nemmeno il costante flusso migratorio riesce ad invertire.

Chiudiamo ricordando la totale disaffezione dei giovani alle urne.

Proviamo quindi ad unire questi tre fattori ovvero platea di telespettatori anziani, nuove generazioni disinteressate da questo vettore tossico d’informazione e disaffezione al voto e alla vita politica del paese.

Il risultato è un benefit di propaganda ad un certo macro gruppo di popolazione che resta così inchiodato a messaggi e a visioni critiche delle scelte politiche e sociali, spingendo il paese sempre più indietro e creando così due fronti contrapposti d’informazione. Benzina per la macchina della propaganda, guanto di sfida alle nuove generazioni che continueranno ad informarsi altrove (spesso con scarsi risultati. Il processo d’inquinamento del web è ormai cosa molto nota a tutte, tutti e tuttu nda.) e cronicizzazione delle scelte politiche vetuste di una popolazione che guarda al futuro viaggiando con una carrozza trainata da cavalli.

Nel frattempo la pandemia continua, i fondi per una sanità pubblica, accessibile e di prossimità non si vedono, le scuole appaiono più come carceri mentali che come volani di coesione culturale e sociale, le aziende dello star-system festeggiano e questi scroscianti applausi suonano come la ritirata di un fronte critico che subisce tutto questo ormai da troppi anni.

Cantano tutti. Tranne che noi.

Fonti

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