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Curami. Curami come solo tu sapevi fare. In una guerra, scontro perenne che dalle ceneri si ripartiva ogni volta. Come un surfista a cavallo di un’onda più grande di un palazzo. Giocare con le parole, scivolare sui corpi, perdersi nel tempo. Quando l’orologio era qualcosa per chi stava fuori da quella stanza. Quel qualcosa che poi ci risucchiava nuovamente. In un ciclo infinito, poi finito rotto come uno specchio antico che riflette la luce di quella fotografia in bianco e nero.

Ispirata dalla canzone della punk band italiana CCCP “Curami”.

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