Pride
Pride

Che il #Pride torni ad essere rivolta. Un mio personalissimo pensiero che spero possa in qualche maniera porre l’attenzione sulla trasformazione delle manifestazioni ed eventi, tipicamente legati al mese di Giugno.

Il pride per come nasce ha radici profonde e storiche. Dall’irruzione della polizia il 28 giugno 1969 a Stonewall Inn, fino alle successive rivolte, per poi ampliare la sensibilità ad altre singolarità fino ad arrivare ad una meravigliosa galassia di rivendicazioni. Nel corso degli anni, si è vista una mercificazione in stile “evento” di questa ricorrenza con sponsor e molto altro ancora.

Il mio desiderio è quello di rivederlo tornare conflittuale nelle forme di dissenso, con un moto rivoltoso specialmente per gli anni e per le condizioni politico sociali che vengono imposte dall’alto. Da un governo che mette i pro-vita nei consultori, da una massiva forma di repressione dalla struttura talmente capillare che non si capisce, spesso, da dove comincia e dove “finisce”. Il pride è rivolta di corpi non è evento. Il pride è rivolta non è campagna elettorale. Il pride è autodeterminazione dell’essere ciò che si vuole essere in un mondo equo, orizzontale.

Il pride è rivendicazione dei “pochi” diritti acquisiti per conquistarne sempre di più contro chi pontifica con la croce dal sapore d’incenso. Il pride se è azione e movimento è futuro. Il pride se è nostro e non della merce e degli sponsor è oggi. Il pride.

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