Moussa Baldé
Moussa Baldé

Moussa Baldé, muore suicida nella sua cella d’isolamento presso il C.P.R. di Torino il 22 Maggio 2021. Aveva solamente 23 anni.

Cominciamo dal principio: Moussa scappa dalla Guinea, attraversa Mali e in Algeria trova il modo per raggiungere il vecchio continente. Arriva in Sicilia, viene assegnato ad una comunità d’Imperia, in Liguria, dove completa con successo le scuole medie ed impara bene l’italiano. Il tempo passa e la sua richiesta correttamente presentata presso la Commissione immigrazione, non trova una risposta definitiva. Esasperato, arrabbiato decide di passare verso la Francia dove vive di ciò che trova per strada chiedendo l’elemosina fin tanto che viene definitivamente espulso anche da lì. La Commissioni di Stato nel frattempo lo etichetta come “clandestino” perchè in assenza di una residenza e perchè non si era presentato al primo appuntamento richiesto. Uno status umano, sociale e politico che in Italia significa solo una cosa: repressione e violenze. Ritorna in Italia, dove dorme in un giaciglio di fortuna sugli scogli di Ventimiglia, provincia d’Imperia.

Nella notte tra il 09 e il 10 Maggio 2021, tre persone lo aggrediscono deliberatamente a calci e pugni. 42 secondi di pestaggio selvaggio, senza senso. Il caso genera il “nulla di fatto” e la carta “esci di prigione” per i tre che tornano in libertà velocemente. Per Moussa Baldé le cose vanno invece malissimo: senza documenti, viene trasferito per ordine della procura al C.P.R. di Torino e viene tombato in una cella d’isolamento per un errore medico che aveva scambiato la sua psoriasi per una scabbia. 12 giorni chiuso in cella. Solo. Senza speranze, 12 giorni dopo, decide di impiccarsi con un lenzuolo ponendo fine alla sua vita.

Moussa hai superato i peggiori scenari di guerra civile, militare, sociale ed economica d’Africa e sei sopravvissuto. Hai attraversato il Mediterraneo e sei arrivato in Sicilia con un misero barchino assieme a tant* e sei sopravvissuto. Hai studiato, hai imparato a parlare come noi (o forse meglio di noi) e hai vissuto la strada, la povertà del cosiddetto primo mondo e sei sopravvissuto. Incontri tre mostri che ti pestano con tutto ciò che gli capitava a tiro (si trovano i video delle telecamere di video-sorveglianza nda.) e sei sopravvissuto.

Eri uno tosto, fratello. Ma poi hai incontrato lo Stato. E ti hanno tombato in una cella d’isolamento, uccidendoti lentamente in uno dei loro C.P.R..

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