3 Ottobre 2013 Lampedusa
3 Ottobre 2013 Lampedusa

Il 3 Ottobre 2013 a poche miglia nautiche da Lampedusa, moriranno affogati 366 persone. 20 sono le presunte singolarità andate disperse e mai più ritrovate. Si salveranno solamente in 155 di cui 41 minori (solamente uno è accompagnato).

Il barchino era di lungo circa 20 metri ed era salpato il 1 Ottobre dal porto di Misurata con a bordo un sacco di migranti provenienti dall’Eritrea.

Secondo le ricostruzioni a circa mezzo miglio dalle coste di Lampedusa, sul barchino scoppia un incendio. Scoppia il panico. La gente si lancia in mare, nuotando disperatamente verso la riva. La piccola nave di lamiera, girerà su se stessa per ben tre volte prima di colare a picco nel mar Mediterraneo.

La scena delle bare messe in fila in una palestra dell’isola fa il giro del mondo e viene istituita la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione“.

Nemmeno stragi come queste hanno invece, invertito la rotta della politica nazionale ed europea rispetto a questi enormi flussi migratori che passano dal mare, da terra. Attraverso navi fatiscenti, sotto e dentro i TIR che passano valichi e dogane, sui treni nascosti nei bagni. Ci si riempie la bocca di blocchi navali impossibili, umani rimpatri ma da quelle bare si innalza una frase, un mantra. Perché nel 2023, ancora oggi, questi non hanno imparato niente da loro. Niente.

Per non dimenticare.
03 Ottobre 2013 – Lampedusa

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