Afferra la mia mano
Afferra la mia mano

Afferra la mia mano. Ti porterò via da questo mare che inghiotte nell’indifferenza del privilegio e nelle retoriche responsabilità statali di chi doveva tendere le sue braccia per salvarti.

Afferra la mia mano. Ti porterò lontano da quei lager, da quelle guerre, da quelle torture e stupri che ti hanno squarciato il cuore e il corpo. Proverò a curarle senza nulla in cambio. Ce la metterò tutta.

Afferra la mia mano. Non curarti di chi pensa che esistono esseri umani legali ed illegali, non temerli. Li troveremo ancora sedute e seduti sui loro troni d’ossa ma insieme li detronizzeremo e un giorno non ci saranno più re o regine, te lo prometto.

Afferra la mia mano. Ti darò un pasto caldo, un letto e se ne avrai bisogno le cure necessarie per farti tornare a camminare. Mangeremo insieme, se vorrai. Bevi il caffè dopo?

Afferra la mia mano. Raccontami ciò che ti senti di voler condividere. Spiegami dove vorresti andare e ti accompagnerò laggiù da chi ti aspetta per ballare insieme ancora una volta.

Afferra la mia mano. Ed insieme aspetteremo il domani, osservando quel mare laggiù che tempo fa era la tomba dell’indifferenza ed invece oggi ci pizzica dolcemente le guance con la spuma delle sue onde sugli scogli.

E sarà un mondo nuovo.

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