Born to die
Born to Die

Born to Die: 1017 morti per il lavoro (dato aggiornato a Novembre 2021. Mancano ancora i conteggi del mese, più quelli di Dicembre nda.). Gli infortuni si attestano ad oltre 44.000 casi. In questo sistema, molte e molti, son nati non per vivere ma per morire. Per produrre, per consumare e per crepare senza dare nell’occhio. Una strage che prosegue silente, anche durante la pandemia. L’anno scorso (2020) sono stati ben 1280 i cadaveri. Dati e numeri che non interessano. Persone, famiglie, esseri umani lanciati al macello. E mentre le multinazionali delocalizzano le loro attività e il governo rimane a guardare, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori vengono erosi nella totale indifferenza collettiva. Facile non pensarci, criminale non crederci al massacro, complice voltarsi dall’altra parte. Parlare del lavoro è divisivo? Lo è in un sistema basato su una logica contortamente capitalista che mischia finanza, mercato, speculazione ed abbattimento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Rimane divisivo se chi da le carte sono i soliti noti. E allora a qualcun* potrebbe sorgere la domanda: Dove sono i sindacati? Dove sono le sigle nazionali che si siedono al tavolo del padrone e lasciano che tutto questo avvenga? Riflettere prima, agire e lottare poi per ribaltare un gioco a perdere dove ciò che si scommette tutti i santi giorni è la vita delle persone.

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