Che il Pride sia rivoluzione
Che il Pride sia rivoluzione

Che il Pride sia rivoluzione (e non marketing)! Raramente mi scaravento nella giostra polemica del movimento ma in anni come questi mi sento di richiamare l’attenzione rispetto alla commercializzazione delle lotte e dei movimenti. L’attacco arriva da più parti: da multinazionale che si tingono d’arcobaleno per un non chiaro purpose pro-diritti tutto per entrare negli algoritmi digitali a suon di hashtag, strutture partitiche che per raccattare quattro voti per evitare il cosiddetto “prefisso telefonico” si lanciano in promesse che ben sanno essere irraggiungibili per incapacità interna. E il dissenso viene mutato a suon di querele, denunce e DASPI urbani invertendo la prospettiva e l’analisi pubblica dal naturale essere conflittuale addirittura in criminalità! Nel frattempo nei palazzi alti e nelle torri di vetro laggiù si studia la prossima campagna marketing, sfruttando il momento, per impreziosire i conti correnti dei pochi. Altolà a chi pensa che rifiuto totalmente la presa di posizione di alcune realtà ben distanti da me ma la famosa frase “il nemico del mio nemico è mio amico” non regge. Che il Pride sia l’occasione di far avanzare sempre più verso quella splendida alba, la nostra, la tua rivoluzione. Per i nostri corpi, per i nostri amori.

Buon pride a tutt*

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