Naufragio cutro
Naufragio Cutro

Sale a 67 il numero delle anime affogate nel Mediterraneo a seguito del Naufragio a Cutro, mentre il numero delle persone disperse solo il mare lo sa.

Sapere.

Sapere che nel 2022 sono morti e dispersi 1400 migranti, che si sommano ai quasi 25000 dal 2013. Sapere che quel mare fa sprofondare non solamente corpi, ma inghiotte tutte le retoriche politiche che da anni sguazzano fra quotidiani e talk show sulla pelle di chi scappa da guerre e persecuzioni

Sapere che oltre quelle onde, oltre quegli scogli ci sono conflitti armati e lager che stuprano, squartano, imprigionano, schiavizzano. Sapere che lanciarsi oltre lo steccato pur immaginando la pericolosità di una singola o collettiva azione deriva da uno stato di necessità inviolabile ed incontrollabile chiamato sopravvivenza per sé e per chi si ama. Sapere che i confini non fanno altro che accelerare la mattanza di intere generazioni, incatenate da governi fantoccio e corrotti che, liberi da ogni colpa, perseguitano i migranti fin dai loro primi passi.

Sapere, infine, che laggiù a poche miglia dalla spiaggia di Cutro è finita l’umanità. Lì, in quel confine immaginario fra chi sa e chi fa finta di non sapere. Ma forse quel confine non sta a mare. Ma a terra. È fra noi.

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