Ciao mi chiamo povertà ed esisto anche dopo Natale sai? Non so bene cosa sono nello specifico ma credo d’esistere perché esiste l’insensibilità. Esisto perché vengo spesso calendarizzata in determinati periodi del anno, perché si è tutti più buoni o molto più probabilmente per riempire qualche pezzo di carta stampata o tempo televisivo. In questa giornata si organizzano tanti ritrovi di persone che accompagno ogni giorno, per una minestra calda o per delle lenzuola pulite. Vi dirò: mi viene il volta stomaco ogni volta. Sapete perché? Perchè ogni volta vedo entrare in quelle sale la persona nota di turno che, scendendo dal suo trono dorato, serve qualche piatto di pastasciutta per pulirsi la coscienza a favor di cronisti e telecamere. Quando l’evento è finito si torna su quel marciapiede laggiù, fra una stazione e un deposito di biciclette per trovare insieme quel tepore che ci permetterà, forse, di vivere anche domani. Ecco la cosa che più odio è che esisto solo nella vostra narrazione tossica clericale fra una resurrezione ed una nascita. Tutto qui. Poi torno a vedervi ritirare i vostri pacchi ordinati con fretta e furia per un vostro orgasmo ossessivo-compulsivo. Poi torno a vedere i vostri occhi pieni di diffidenza, carichi di ribrezzo per me. Ho una mia vita sapete? Sì anch’io povertà ho una mia vita. Fatta di un tempo che non ha tempo.. troppo prezioso per anche solo lontanamente pensarlo. Poi torno fra una stazione e un deposito di biciclette e vedo le finestre illuminate del palazzo di fronte stasera e penso che esisto. Esisterò anche domani. Finché il freddo o qualcosa di tremendamente umano non mi porterà via.

Esisto.

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