Fermate le armi
Fermate le armi
Fermate le armi

Fermate le armi, fermate i missili della violenza del Capitale, sciogliete gli tutti eserciti totalmente drogati di testosterone e nazionalismi, interrompete la guerra di procura fatta di propaganda e paura. I recenti fatti al confine ovest ucraino, ove alcuni razzi sarebbero esplosi in territorio polacco provocando la morte di due persone, son figli di una interminabile escalation che possono far crollare il mondo e i suoi popoli in un conflitto mondiale a campo largo.

E quando nelle situazioni più pericolose servirebbe analisi e mente fredda per interrompere l’effetto catena del terrore nel bel paese ove poche settimane fa politici scendevano in piazza per la “pace” ora acclamano all’azione militare NATO come fatto nelle ore successive alle prime battute stampa del fatto. E come un boia pronto a tagliarti la testa sul patibolo che ti chiede scusa per ciò che sta per fare “perché non ha altra scelta”, attorno a me non vedo altro che capi di Stato, politici, funzionari pronti a lucidare i loro fucili scintillanti appena sfornati dalle solite note case produttrici.

La pace è uno stato delle cose a cui puntare, che si attraversa solamente grazie ad un’azione radicale chiamata antimilitarismo. Non si trova la pace inviando armi, non si trova la pace generando un casus belli come dei razzi “sfuggiti al controllo”, non si trova la pace appoggiando un despota zarista o un macista neo-nazista oppure l’hamburger a stelle e strisce. La pace la creano i popoli, ripudiando qualsiasi forma d’esercito e di armamento.

Kant, nel 1795, nella sua opera “La Pace perpetua” ci condivide: “Nessuna conclusione di pace, che sia stata fatta con la riserva segreta della materia di una guerra futura, deve valere come tale.” Fin tanto che la tensione e la conseguente pistola fumante non saranno smantellate non ci sarà pace. Fin tanto che ci saranno missili atti ad offendere pronti a decollare non ci sarà futuro. Il futuro è l’antimilitarismo. Fermatevi! Lasciate che i popoli autodeterminino i loro destini, in pace.

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