Narrazione tossica
Narrazione tossica

Fermeremo la vostra narrazione tossica. Quella che violenta, quella che uccide due volte attraverso una penna, due pezzi di carta da macero o qualche servizio televisivo. La narrazione tossica che la stampa continua a perseguire da anni quando si tratta di raccontare una violenza, un femminicidio ha quel gusto amaro macista, clericale e fatalista. Amaro come leggere frasi “era ubriaca”, “lo aveva tradito” o “la cintura non era di buona qualità” (sì, era stato scritto anche questo mesi fa, ma non su qualche pezzo di carta ma addirittura su una sentenza di tribunale nda.). Si riempiono la bocca di lessico a doppio genere, perbenismo di facciata, salutando con uno sterile “Buonasera a tutte e tutti” e poi infilzano la vittima successivamente con un servizio d’informazione infamante che giustifica il carnefice, il boia. Questa non è la realtà. E quando tali sistemi cercano di ribaltare il punto d’osservazione oggettivo del fatto, mischiando realtà ad opulenti ed inutili dettagli che le carte del mazzo vengono mischiate con un solo obiettivo: un nuovo tentativo di violenza. Quando la realtà viene distorta, scambiando la posizione fra vittima e carnefice, quando la realtà viene resa universalmente riconosciuta a seconda di quanti click ha collezionato la tossicità mezzo stampa su qualche fantomatico giornale online, quando la realtà macista viene urlata con violenza in televisione zittendo il microfono a chi prova a lottare con dissenso, quando i collettivi di lotta vengono lanciati nel oblio della quotidiana informazione perchè troppo poco commerciali per l’editore (citazione sentita direttamente da un capo-redattore di un noto quotidiano nazionale nel 2016 nda.) allora, la loro “verità”, non è nient’altro che un’azione volta a preservare la loro posizione di comando patriarcale, macista, clericale e capitalistica. Voi e noi. Noi nella realtà. Noi senza un vocabolario random di parole per il posizionamento nei motori di ricerca. Noi nella naturale ed incontrovertibile realtà: fermeremo la vostra narrazione tossica.

Io ti credo, sorella.

Qui uno dei tantissimi articoli tossici, dove la colpa della vittima in questo caso era la sbronza. Ah.

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