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 Nessun padrone

Nessun padrone, nella mia e nelle nostre vite. Non ne abbiamo bisogno, anzi li combattiamo. Li combattiamo ferocemente: distruttori dei diritti dei lavoratori e lavoratrici, avvelenatori delle scuole e delle nuove generazioni, stupratori seriali di corpi ed anime, preti di dogmi clericali che discriminano con misoginia e patriarcato, corrotti fra potere bancario e politico, criminali seduti al tavolo coi peggiori mafiosi oppure organizzazioni criminali che affamano il popolo.

Vivo la mia vita come un gatto nero, di notte. Spesso schifat* dai tanti, mi tengono a distanza per tutto ciò. Ma qualche volta una mano gentile si avvicina. Prova ad accarezzarmi ma odio il contatto fisico. Allora mi accuccio ed osservo questa mano che continua ad avvicinarsi piano piano nel buio di un vicolo affianco al porto. La mano si chiude e si trasforma in un pugno, pronto a sferrarmi un colpo quasi mortale. Ma tu, umano al soldo del padrone che sorseggia champagne nella sua villetta vista mare, non sai che siamo velocissim*, agilissim*.

Il pugno va a vuoto e lo schivo senza troppe difficoltà. Mi dileguo fra i san pietrini con le urla del umano alle mie spalle, che impreca, che bestemmia. Poco altro, sanno fare.

Giro l’angolo e trovo Carmela, una sex worker siciliana trasferitasi quaggiù nella terra di nessuno molti ma molti anni fa. Mi fa cenno di avvicinarsi alla sua seggiola sgangherata fatta di legno e vimini. Mi accarezza il collo: “Non devi andare in giro di notte tutt* sol*. Quante volte te lo devo ripetere”. Aveva sentito tutto. Lei sente sempre tutto.

Mi faccio a ciambella sopra le sue gambe. Un’altra notte senza padroni. Fino al prossimo incontro.

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