Cerniera

Il tribunale di Torino assolve il carnefice perchè “tentato, indotto ad osare” allo stupro da una porta lasciata aperta e per colpa di una cerniera di “modesta qualità”.

No non è un film dell’orrore ma le motivazioni che scagionano l’aguzzino dal reato di stupro e dalla condanna in primo grado a due anni, 2 mesi e 20 giorni. I fatti risalgono al 2019 quando in un bagno di un locale nel centro di Torino viene consumata la violenza ai danni di una ragazza accusata d’aver “alzato il gomito”, svilita perchè ha “provocato” il mostro non chiudendo alle sue spalle la porta del bagno, insultata perchè con sé portava dei pantaloni dalla cerniera di “modesta qualità”.

Quando la violenza riverbera attraverso parole che hanno il sapore acido e nauseabondo del patriarcato e del macismo di stampo clericale. Dove l’ umana interpretazione si mischia con la dialettica del capo-padrone e del maschio alfa, giustificando il boia. Perchè la vittima diventa colpevole della violenza a se stessa essendosela “cercata”. Come il veleno sessista si diffonda, giustificato da una supposta induzione a compiere un atto di una violenza senza confini, senza tempo. Senza un vero inizio e senza mai una vera fine.

Dove, come, quando la violenza si ripete dietro ai banchi di un Tribunale. Perchè il mondo dovrà cambiare. Deve cambiare. Per lei. Per tutt*. Ora. Non domani. Oggi.

Fonte notizia (La Stampa)

Condividi dal basso