Pensa a quello che siamo pensa quello che saremo
Pensa a quello che siamo, pensa quello che saremo

Hai mai pensato a quello che siamo e a quello che saremo? Hai mai baciato la rivoluzione in strada, nelle piazze alle spalle del corteo?

Ci siamo incontrati nella lotta fra i banchi di una scuola che ci uccide, ci siamo conosciuti in uno spazio sociale occupato laggiù in quel quartiere dimenticato da chi ora siede su troni di pelle, ci siamo messi a piangere quando abbiamo visto le nostre speranze sfuggirci di mano rubate da chi col Capitale reprime, da chi col patriarcato sfrutta, da chi non lo so.

Ci siamo messi a ridere, fino a farci mancare il fiato, quella notte dopo il concerto guidando attraverso una città che già dormiva e che ci spiava attraverso occhi elettronici e digitali. Ci hanno guardato, ci hanno studiato, ci hanno giudicato ma hanno sempre sbagliato tutto sai? Hanno sempre visto un voi e non un noi, hanno sempre visto il reale e non l’irreale.

E ci rifugiamo ancora dietro a quel cordone in testa al corteo pensando a ciò che siamo ora mano per la mano ed immaginandoci in fondo a quella strada dove si concluderà anche questa giornata in manifestazione.

Stacchiamoci dalla folla, scendiamo verso il centro città, sediamoci su quel muretto laggiù e pensiamo a quel che saremo domani perchè tutto questo non potranno mai spiarlo, studiarlo, giudicarlo. Esiste ora, se esiste quel muretto e quel bacio rubato. Rubiamoci a vicenda, ancora una volta.

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