Piove

Lettera a mio bisnonno Carmelo, partigiano della brigata d’assalto triestina.

È stata una notte di pioggia. È stata una notte nera. 8 milioni di persone hanno legittimato un partito dalle radici che richiamano un ventennio di incubi, di terrore, di violenza, di paura. Altri milioni di persone si sono agganciate ad un carrozzone atlantista, capitalista e che adora la speculazione bancaria perché era il voto “utile”. Altre corrono ai ripari di ideologie fumose, confuse e che hanno già condiviso il letto, per tante notti, con uno e con l’altro fronte. Altre si barricano in torri di sabbia, spazzate dalla marea che ha invaso le urne. E fa male pensare che tutto questo sia successo nelle aule delle scuole che cadono a pezzi e che rappresentano una macelleria sociale.

Caro mio bisnonno. Caro Carmelo. Caro partigiano. Tu hai combattuto e sei morto per la libertà. Sei morto trivellato dai nazi-fascisti durante una delle tante azioni di sabotaggio che hai compiuto qua e là nella penisola. Non sei riuscito a vedere quell’alba, quel sole caldo che ha squarciato quella notte nera e fascista. Non ti ho conosciuto e quasi sicuramente, anche se la morte non ti veniva a trovare, non ce l’avremmo fatta per età, per il tempo. Ma caro bisnonno: cos’è il tempo? Una linea immaginaria che ci ha diviso ma che riverbera, condividendomi un suggerimento: resistere e lottare.

E io resisterò per te. Per me. Per tutt*

Buona resistenza a tutt*.

Ciao Carmelo, ti porto con me.

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