Abdel vive nelle lotte
Abdel vive nelle lotte

Abdel vive nelle lotte! Abdel Salam Ahmed Eldanf, professore egiziano in Italia come autonomo lavoratore per l’azienda di trasporti GLS, durante uno sciopero viene investito da un camion in uscita dall’azienda che sfonda il picchetto di lavoratori in protesta. Morirà sul selciato dell’azienda che aveva disatteso gli accordi sindacali. Morirà sul selciato dell’azienda che voleva cronicizzare il suo precariato e quello di altre 12 persone.

Inizialmente si era tentato un dialogo, per evitare tensioni. L’azienda risponde “picche”. Nulla da fare. Si indice uno sciopero di 8 ore che si trasforma rapidamente in un picchetto di fronte ai cancelli aziendali. Un TIR, appena terminate le operazioni di scarico, tenta d’uscire dal cortile. Trova la determinazione di tanti, fra cui quella di Abdel. Poi il fatto.

La procura prima arresta l’autista, autore del omicidio. Ma poi declassa il fatto ad “incidente sul lavoro”. Sì, in Italia funziona che l’incidente sul lavoro sia proporzionalmente e penalmente meno rilevante del omicidio.

Poi la procura rilascia la sua versione definitiva: una tragica fatalità. L’autista, svoltando a destra il TIR, non avrebbe visto Abdel ritenendo il suo un gesto del tutto isolato senza tener da conto della presenza di un’agitazione sindacale come descritta dai fatti e dalle testimonianze di quelle ore convulse ma nitide.

In una nota a caldo U.S.B., Unione Sindacale di Base, dichiarerà:

“la GLS, e la cooperativa di intermediazione di mano d’opera presente in quello stabilimento e in molti altri e che più volte si è distinta per i ricatti schiavistici che impone ai suoi lavoratori, che di fronte alla probabile perdita di profitto a causa del blocco dello stabilimento, ha aizzato l’autista a forzarlo. Ma la GLS è anche colpevole di aver sempre cercato di sottrarsi agli accordi a cui, a prezzo di dure lotte, l’avevamo costretta per eliminare la precarietà e garantire diritti e umanità nei luoghi di lavoro”

U.S.B.
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