Walter Rossi
Walter Rossi
Walter Rossi

Walter Rossi, ora un fiore partigiano in un campo di tulipani, prima un compagno di Lotta Continua. Una vita spezzata per mano fascista il 30 Settembre 1977.

I fatti. Il 29 Settembre, il giorno prima, di fronte ad una casa occupata nel quartiere Trionfale di Roma viene colpita da tre proiettili Elena Pacinelli di soli 19 anni perché affiancata da compagne e compagni del movimento. Il giorno successivo viene organizzato un volantinaggio di protesta presso il quartiere Balduina, storica area fascista e missina della Capitale.

Percorrendo Via delle Medaglie d’Oro, il gruppo di militanti si avvicina ad una sede missina dal quale escono diversi fascisti pronti ad aggredire violentemente le compagne e i compagni. Sopraggiunge nel frattempo un blindato della Polizia che si trovava a poca distanza. Non fa nulla, lascia che la situazione degeneri. Il plotone fascista avanza sotto una fitta sassaiola. I negozi e le saracinesche si chiudono in fretta. La Polizia rimane immobile. Ad un certo punto i colpi di pistola esplosi dai missini feriscono a morte Walter Rossi che morirà in pochi minuti.

La reazione fu una mobilitazione oceanica del movimento con numerosi picchetti, manifestazioni, azioni e proteste. I funerali di Walter Rossi si tennero con circa 10.000 partecipanti. L’ombra nera della collusione fra fascisti e Polizia era sotto gli occhi di tutt*. Numerosissime testimonianze oculari dei fatti descrivono una decina di poliziotti fermi nel blindato, almeno due in borghese a piedi e tre in una vicina volante. Nessuno fece nulla. Nessuno. Tutti fermi? Non solo. Quando l’inevitabile accadde, rallentarono l’ingresso dei soccorsi nella via, aggravando una situazione già di per sé mortale.

I processi furono una farsa senza precedenti. Vennero fermati nelle prime ore diversi fascisti appartenenti al gruppo di aggressori ed assassini ma al momento del riconoscimento tutto fu depennato. Non solo. Anni più tardi fu messo alla sbarra degli imputati Alibrandi e Fioravanti. Si accusarono a vicenda per il colpo mortale, entrambi confermarono d’esser stati armati e che erano presenti ai fatti.

Alibrandi qualche anno più tardi morì durante uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine e tutto fu archiviato. Fioravanti, infine, fu condannato a 9 mesi di reclusione e ad una multa di 200.000 lire ma solamente per il possesso d’arma da fuoco non denunciata. Non certamente per l’assassinio di Walter.

Oggi, Fioravanti, vive libero e protetto dallo Stato.

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