Don't Clean up the blood

Nel grande stanzone della scuola Diaz a Genova, veniva appeso un pezzo di carta con una scritta a penna: “Don’t Clean up the blood”. Nella notte fra il 21 e il 22 Luglio 2001 i corpi di Polizia entrarono nei locali della scuola ove pernottavano attivisti no-global compiendo quella che fu considerata una “mattanza messicana”.

fatti della scuola Diaz sono avvenuti al termine delle tre giornate del vertice G8 di Genova 2001, nel quartiere di Albaro, a Genova. Nella notte del 21 luglio 2001, nel complesso scolastico Diaz-Pertini e Pascoli, in quell’occasione adibito a centro stampa del coordinamento del Genoa Social Forum, rappresentato da Vittorio Agnoletto, facevano irruzione i Reparti mobili della Polizia di Stato con il supporto operativo di alcuni battaglioni dei Carabinieri. Furono fermati 93 attivisti e di questi, 63 furono poi portati in ospedale, tre dei quali in prognosi riservata e uno in coma. Il primo giornalista a entrare nella scuola Diaz fu Gianfranco Botta e le sue immagini fecero il giro del mondo: le immagini testimoniavano quello che fu definito lo scenario di un pestaggio da “macelleria messicana” dal vicequestore Michelangelo Fournier. Finirono sotto accusa 125 poliziotti, compresi dirigenti e capisquadra.

Tra i 93 giornalisti e attivisti, ospiti all’interno della scuola per passare la notte, dopo l’irruzione della polizia, 82 furono feriti e 63 finirono in ospedale, da qui parte di loro fu nella notte prelevata dalla polizia e portata nella caserma del reparto mobile di Genova Bolzaneto, i restanti 19 seppur feriti, vi furono portati direttamente dalla scuola.

All’operazione di polizia ha preso parte un numero tutt’oggi imprecisato di agenti: la Corte di Appello di Genova, pur richiamando questo fatto nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, basandosi sulle informazioni fornite durante il processo dal questore Vincenzo Canterini, lo stima in circa “346 Poliziotti, oltre a 149 Carabinieri incaricati della cinturazione degli edifici“.

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