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Giannino Zibecchi
Giannino Zibecchi

Il 17 Aprile 1975, viene investito da un blindato dei Carabinieri Giannino Zibecchi a seguito della manifestazione in solidarietà all’omicidio fascista del compagno Varalli. I fatti.

Dopo un lunghissimo e popolato corteo di solidarietà a Claudio Varalli in tutta la città di Milano partono diversi focolai di lotta fra i fascisti e i militanti solidali. In mezzo si mette la Polizia e il reparto dei Carabinieri.

Gli scontri più feroci sono in Via Mancini dove la Polizia di Stato decide di difendere la sede del Movimento Sociale Italiano dall’ipotesi di un assalto da parte dei manifestanti. Qui la tensione sale alle stelle. Gli automezzi blindati si posizionano e uno in particolare, un CM-52 targato E.I. 601206 guidato dal carabiniere Chiarieri in compagnia del sottotenente Gambardella, all’improvviso al posto di seguire la colonna degli altri automezzi scattando salta a velocità folle sul marciapiede gremito di manifestanti con l’intento di schiacciarli.

Uno di questi, Giannino, cerca rifugio a centro strada ma il blindato dei Carabinieri con una manovra improvvisa colpisce Zibecchi schiacciandogli il cranio con la ruota anteriore. Il cervello del compagno resterà sul selciato diverso tempo, come il suo corpo senza vita. Altri compagni e compagne subiranno fratture, schiacciamenti di varia natura. Poteva essere una strage. E lo è comunque! Il processo? I famigliari della vittima ci provano in tutti i modi ma già dalla prima sentenza datata 1980 si capisce che “Nessuno è Stato”. Il fatto non sussiste dicono. Verdetto riconfermato anche in sede di Cassazione.

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