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La casa è di chi l'abita
La casa è di chi l’abita

La casa è di chi l’abita. Fermate gli sfratti. Stamattina a #Padova ingenti forze dell’ordine hanno sfrattato diverse persone che non si potevano concedere il privilegio masochista d’essere sfruttati economicamente da un padrone di casa che specula sul mattone, persone che non si potevano concedere il privilegio economico di pagare le utenze perché precari* in un mondo che sfrutta 8 ore al giorno (se ti va bene nda) per un pezzo di pane, persone con minori che hanno perso il lavoro per colpa del Capitale e della speculazione socio-economica delle sofferenze sociali, persone che non possono concedersi il privilegio di un canone d’affitto oppure un mutuo perché spendono tutti i loro averi in cure mediche private per sopravvivenza, data l’assenza costante di un sistema sanitario nazionale adeguato, persone giovani e fuori-sede che sono lì per studiare e per portare in futuro qualcosa di bello nel mondo grazie alle arti e ai mestieri condivise durante i loro studi, persone dalla cultura, dalla lingua e dagli usi e costumi differenti e che per questo non gli viene concesso un tetto nemmeno dando tutte le garanzie di questo mondo.

Questi sono i principali profili di chi decide di occupare una stanza, un appartamento. Non è diletto, non è divertimento, non è piacevole. Lo volete capire, voi padroni delle villette lassù che osservate con gaudio le manganellate inflitte a chi finirà in strada, al freddo e senza alcuna certezza?! Occupare una casa non è un divertimento, caro democratico popolare. È una tragedia di vita perché evidenzia quanto la tua società imposta al mondo sia così ingiusta trasformandosi in mannaia sociale che taglia, divide, uccide lentamente dissanguando le speranze. E se anche oggi l’asfalto è bagnato non dalla pioggia autunnale ma bensì dalle lacrime di chi non saprà dove andare, lottiamo. Per oggi, per domani. Perchè un giorno non pagheremo 600, 700, 800€ una stanza, in nero, ammuffita in una metropoli, perché un giorno le abitazioni pubbliche abbandonate verranno ripopolate dal popolo tutto, perché un giorno i padroni del mattone dovranno cedere le chiavi dei migliaia di spazi abbandonati e svuotati da un futuro di accoglienza e di progetti che partono dal basso per il basso. Perchè un giorno la casa sarà di chi l’abita.

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