Vincenzo Napoli

Il 5 Luglio 1960 viene assassinato, mentre difende un bambino malmenato dalla Polizia durante lo sciopero di Licata, Vincenzo Napoli. Aveva 25 anni.

Dopo il fallimentare governo Segni, a Marzo del 1960 Tambroni prende in carico il nuovo governo col motto “legge ed ordine” tanto da restar considerato, ai postumi e ai presenti, fra i più repressivi governi repubblicani italiani. Il malcontento delle classi operaie e popolari in tutto il paese continuava inesorabilmente a crescere. Nella città di Licata viene proclamato uno sciopero generale ove tutte le sigle sindacali si uniscono contro uno sfruttamento senza precedenti della classe operaia portata a lavorare per un torsolo di pane oppure a migrare al Nord, sperando in una vita “migliore”.

Vengono bloccate le fabbriche, la ferrovia e le principali piazze e strade della cittadina vengono occupate. Feriti ed amareggiati per aver gestito malamente gli scontri a Napoli e a Genova qualche giorno prima, le alte cariche danno il via libera all’uso delle mitragliatrici.

In stazione, durante gli scontri, un bambino viene malmenato al muro da alcuni poliziotti. Un giovanissimo Vincenzo si sgancia dal fronte operaio e corre per soccorrere il bambino, frapponendo il suo corpo a quello dei suoi aguzzini. Sparano col mitra. Vincenzo Napoli muore sul colpo trivellato dai colpi di Stato. Autorizzati.

Non cambierete i fatti realmente accaduti. Numerosissime testimonianze dichiareranno (come si legge mezzo stampa dell’epoca nda) delle percosse violentissime, della repressione militare, delle pallottole. E di quel gesto, umano, dolce, estremo e libertario di difendere un piccolo bambino dalla rabbia incontrollata di una macchina di morte e di capitale.

“Non ti lascio da solo”. Non ti lasceremo da solo neppure noi Vincenzo.

I morti di Licata – Fonte

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