Afghanistan
Afghanistan

Caro democratico popolare, ti ricordi dell’Afghanistan? Ti ricordi dei soldati, dei bombardamenti, della distruzione per esportare la democrazia? Ti ricordi della ritirata spericolata di qualche tempo fa, lasciando sul selciato migliaia e migliaia di persone in fuga? Lasciandole sul baratro di una dittatura, tanto nuova quanto antica, fatta di leggi islamiche dogmatiche e medievali? Pochi giorni fa il “nuovo” governo talebano ha completato i primi 10 mesi di governo ed in una festosa conferenza/riunione (chiamata Loya Jirga) ove è riapparso (non sono presenti video, fotografie ma solo una registrazione audio nda.) Haibatullah ha ribadito: “Non ci saranno compromessi sulle leggi prescritte dalla sharia.”.

Le donne in una prigione senza pareti (più o meno nda.).

Susan* è laureata in amministrazione pubblica e scienze politiche. “Prima che i talebani salissero al potere in Afghanistan”, dice, “lavoravo come assistente sociale in un ufficio privato e per più di sei anni ho collaborato per varie organizzazioni con uomini e donne della comunità. Ma dopo l’arrivo dei fondamentalisti islamici al governo, tutto è andato in pezzi”.

“Ho perso il lavoro perché l’azienda per cui lavoravo ha lasciato l’Afghanistan. La paura e la disperazione hanno preso il sopravvento sull’intera città e continuano ancora oggi ad affliggere le persone. Io non sono uscita di casa per più di due mesi. Non c’è modo per me di lasciare il Paese. Passo le mie giornate con la paura e i brividi”. Questa situazione ha portato Susan all’esaurimento nervoso, costringendola a doversi far vedere da un medico.

di Rahel Saya

Le condizioni della popolazione femminile sono un incubo in terra, fatto di privazioni, violenze infami, distruzione di qualsivoglia minimo diritto di studio e di lavoro. Per le popolazioni non binarie e fluid è ancora peggio dato che vengono considerate come persone deviate e pestilenziali da punire in maniera ferrea.

Intere famiglie e gruppi etnici che tentano di scappare, spostando la propria intera vita altrove. Non sempre ci riescono perchè spesso vengono intercettate dai gruppi miliziani talebani che sorvegliano i confini e, nelle migliori delle ipotesi, li rispediscono indietro. Nella peggiore, invece, si aprono le porte del carcere o muoiono soffocati in qualche camion di contrabbandieri di esseri umani.

La democrazia, dicevi. La libertà, affermavi.

Ma ti ricordi dell’Afghanistan?

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